Misure PNRR extra-Comuni
Parallelamente alle misure di cui abbiamo trattato nell’articolo precedente, vi sono altre misure sviluppate per le altre PA diverse dai comuni, sempre con l’obiettivo di implementare o migliorare nuovi processi di digitalizzazione.
Andiamoli ad analizzare nel dettaglio.
Mobility as a service (misura 1.4.6)
Infine, la misura 1.4.6 mira a promuovere l’adozione del paradigma Mobility as a Service (MaaS) nelle aree metropolitane, con l’obiettivo di digitalizzare il trasporto locale e fornire agli utenti un’esperienza di mobilità integrata, dalla pianificazione del viaggio al pagamento dei biglietti.
Attraverso un investimento di 40 milioni di euro, la misura mira a promuovere l’integrazione di molteplici servizi di trasporto pubblico e privato, rendendoli accessibili all’utente finale attraverso un unico canale digitale. Il paradigma MaaS si basa sulla condivisione dei dati e l’interoperabilità dei sistemi di trasporto. A tal fine, una parte dell’investimento è destinato allo sviluppo di infrastrutture di data sharing e service repository a livello centrale. Il resto della dotazione finanziaria è invece destinato allo sviluppo di 10 progetti pilota per testare soluzioni di MaaS in altrettante città metropolitane.
L’attuazione della misura 1.4.6 è affidata al DTD e al Ministero per le infrastrutture e la mobilità sostenibile (MIMS).
Il progetto prevede due scadenze:
- entro dicembre 2023: realizzazione di 3 progetti pilota in altrettante Città metropolitane tecnologicamente più avanzate (c.d. città “leader”), di cui una collocata al Sud [milestone];
- entro marzo 2025: realizzazione di ulteriori 7 progetti pilota in altrettante Città metropolitane (c.d. città “follower”), il 40% delle quali localizzate al Sud, che dovranno valorizzare l’esperienza acquisita nelle città metropolitane “leader” nella prima tornata di finanziamento [milestone].
Le tappe di attuazione
Il processo di attuazione della misura 1.4.6 ha preso il via il 1° ottobre 2021, con l’apertura della prima Manifestazione di interesse rivolta ai Comuni capoluogo delle 14 Città metropolitane per entrare a far parte dei primi tre progetti pilota. Al termine del periodo di candidatura (29 ottobre), sono pervenute 13 candidature.
Il 22 novembre 2021 è stato pubblicato il primo avviso da 16,9 milioni di euro, rivolto alle 13 Città che hanno risposto alla Manifestazione di interesse di ottobre, per individuare e finanziare lo sviluppo dei tre progetti pilota. Il 28 febbraio è stato pubblicato il decreto di approvazione della graduatoria definitiva, che individua in Milano, Napoli e Roma le 3 città scelte come capofila per i primi 3 progetti pilota di MaaS.
Il 2 maggio 2022, è stato pubblicato un nuovo avviso a valere sul Piano nazionale per gli investimenti complementari al PNRR, per estendere l’iniziativa ad altri tre Comuni capoluogo di Città metropolitane tra quelle individuati in seguito alla pubblicazione della prima Manifestazione d’interesse.
Cybersecurity (investimento 1.5)
L’investimento 1.5 – Cybersecurity contiene importanti misure di rafforzamento delle difese cibernetiche del paese, in linea con la normativa di settore emanata nel corso degli ultimi anni, anche sulla scia di importanti provvedimenti a livello Europeo (es. Direttiva NIS). In particolare, le azioni previste mirano a garantire la piena attuazione della disciplina in materia di Perimetro di Sicurezza Nazionale Cibernetica (PSNC), contenuta nel Decreto-legge 21 settembre 2019, n. 105 e nei relativi DPCM attuativi.
L’investimento si articola in quattro pilastri:
- il rafforzamento della capacità dei presidi di front-line per la gestione degli alert e degli eventi a rischio;
- il consolidamento delle capacità tecniche di valutazione e audit continuo della sicurezza di apparati elettronici e applicazioni utilizzati per l’erogazione di servizi critici;
- l’immissione di nuovo personale nelle aree di pubblica sicurezza, polizia giudiziaria contro il crimine informatico e comparti coinvolti nella difesa Paese dalle minacce cibernetiche;
- il potenziamento delle unità incaricate della protezione della sicurezza nazionale e della risposta alle minacce cyber.
Le risorse complessive previste per questo investimento sono pari a 623 milioni di euro. L’attuazione dell’investimento è affidato all’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, che opera in stretto contatto con il DTD.
L’investimento 1.5 prevede diverse scadenze, concentrate in due finestre temporali.
- entro dicembre 2022, è prevista:
- la conversione in legge del decreto-legge che istituisce l’ACN e la pubblicazione in GU del DPCM contenente il regolamento interno [milestone];
- la definizione dell’architettura dell’ecosistema si cybersecurity nazionale (ISAC, rete dei CERT, HyperSOC nazionale) [milestone];
- l’individuazione dei luoghi in cui sorgeranno i laboratori e i centri di screening e certificazione, l’individuazione dei profili degli esperti da assumere, la piena definizione dei processi e delle procedure da condividere tra laboratori, l’attivazione di 1 laboratorio [milestone];
- l’istituzione, in seno all’ACN, di una centrale di audit per le misure di sicurezza PSNC e NIS [milestone];
- la realizzazione di almeno cinque interventi per migliorare le strutture di sicurezza nei settori del PSNC e delle reti e sistemi informativi (NIS) [target];
- entro dicembre 2024, è prevista:
- la realizzazione di almeno 50 interventi di potenziamento nei settori del PSNC e delle reti e sistemi informativi (NIS) [target];
- l’attivazione dei CERT, la loro interconnessione con il CSIRT Italia e con l’ISAC; l’integrazione di almeno 5 SOC con l’HyperSOC nazionale; la piena operatività dei servizi di gestione dei rischi di cybersecurity [milestone];
- l’attivazione di almeno 10 laboratori di screening e certificazione, dei due centri di valutazione (CV) e attivazione del laboratorio di certificazione UE [target];
- la piena operatività dell’unità centrale di audit, con almeno 30 ispezioni completate [milestone].
Le tappe di attuazione
Il 14 giungo 2021 è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il Decreto Legge 82/2021, recante “disposizioni urgenti in materia di cybersicurezza, definizione dell’architettura nazionale di cybersicurezza e l’istituzione dell’Agenzia nazionale per la Cybersicurezza“. Il decreto è stato convertito in legge con modificazioni dalla legge 4 agosto 2021, n. 109. I Regolamenti attuativi dell’ACN sono stati pubblicati in GU tra il 24 e il 27 dicembre 2021.
Digitalizzazione delle grandi amministrazioni centrali (investimento 1.6)
Gli investimenti fin qui descritti (ad esclusione dell’ultimo) hanno un carattere trasversale: riguardano infatti tutte le categorie di pubbliche amministrazioni, centrali e locali, seppur con differenze numeriche in termini di perimetro di riferimento. Accanto a queste azioni, la misura 1.6 Digitalizzazione delle grandi amministrazioni centrali individua invece una serie di interventi “verticali”, rivolti alle grandi realtà del panorama pubblico italiano responsabili di importanti processi inerenti a specifici settori di policy (giustizia, lavoro, difesa, pubblica sicurezza).
Come evidenziato dal PNRR, queste grandi amministrazioni giocano infatti un ruolo fondamentale nell’offerta di servizi pubblici ampiamente utilizzati da cittadini e imprese, che necessitano di un’importante accelerazione in termini di ammodernamento e digitalizzazione.
L’investimento cuba complessivamente 611,2 milioni di euro, e si rivolge a una platea piuttosto ristretta di importanti realtà centrali.
- Ministero dell’Interno: si prevede, in particolare, la digitalizzazione dei principali servizi al cittadino e dei relativi processi interni, per un totale di 45 procedure e processi interni reingegnerizzati e completamente fruibili online entro giugno 2026. A questo si aggiungono anche lo sviluppo di nuove applicazioni e sistemi gestionali interni, nonché interventi di riqualificazione del personale per rafforzare le capacità digitali dell’amministrazione. Al Ministero dell’Interno sono destinati 107 milioni di euro.
- Ministero della Giustizia: si prevede un massiccio intervento di dematerializzazione, con la digitalizzazione di 10 anni di archivi dei Tribunali relativi a processi civili e penali, per un totale di 10 milioni di fascicoli giudiziari digitalizzanti entro giugno 2026. Alla stessa data è inoltre previsto il completamento di un data lake che agisca come punto unico di accesso ai dati grezzi prodotti dal sistema giudiziario, e di 6 nuovi sistemi di conoscenza ad esso correlati . Al Ministero della Giustizia sono destinati 133 milioni di euro.
- Istituti di previdenza sociale, ovvero INPS e INAIL: si prevedono principalmente interventi di revisione di sistemi e procedure interni, nonché l’evoluzione dei punti di contatto digitali con l’utenza. In particolare:
- per INPS si prevede, entro dicembre 2023, la realizzazione di 70 servizi supplementari messi a disposizione sul sito web istituzionale e un totale di 8.500 dipendenti con competenze digitali migliorate. A INPS sono destinati 180 milioni di euro.
- per INAIL si prevede, entro giugno 2026, la reingegnerizzazione di 82 processi e servizi istituzionali reingegnerizzati per renderli completamente digitalizzati. A INAIL sono destinati 116 milioni di euro.
- Ministero della Difesa: si prevede principalmente un upgrade di sistemi e applicazioni e una progressiva transizione verso paradigmi open source. Le risorse destinate al Ministero della Difesa ammontano a 42,5 milioni di euro. In particolare, entro dicembre 2024, si prevede:
- la digitalizzazione, revisione e automazione di 20 procedure relative alla gestione del personale;
- un numero di certificati rilasciati che utilizzano l’infrastruttura con sito di disaster recovery pari a 750.000;
- la migrazione completa di 15 applicazioni (4 non mission critical, 11 mission critical) verso una nuova infrastruttura open source.
- Consiglio di Stato: si prevede la creazione di un data warehouse avanzato per la raccolta degli atti dei processi amministrativi e la contestuale adozione di soluzioni integrate per la data analysis, con un obiettivo finale di 2,5 milioni di atti giudiziari relativi al sistema di giurisdizione amministrativa pienamente disponibili nel data warehouse entro dicembre 2024. Al Consiglio di stato sono destinati 7,5 milioni di euro.
- Guardia di finanza: si prevede la riorganizzazione delle banche dati e l’introduzione della data science all’interno dei processi operativi e decisionali, con il coinvolgimento di 10 esperti per la progettazione dell’architettura dei dati e dell’elaborazione degli algoritmi dell’unità di analisi dei megadati entro marzo 2024. Alla GF sono destinati 25,5 milioni di euro.
Gli enti appena elencati sono individuati come soggetti attuatori delle singole sotto-misure ad essi destinate, con il supporto del DTD.
Le tappe di attuazione
A febbraio 2022 si è concluso il percorso di registrazione da parte della Corte dei Conti dei singoli accordi tra la Presidenza del Consiglio dei ministri e i singoli soggetti attuatori.
Competenze digitali di base (investimento 1.7)
Il rafforzamento delle competenze digitali della popolazione rappresenta una leva trasversale all’intero PNRR. Infatti, l’apprendimento di nuove competenze (reskilling) e il miglioramento di quelle esistenti (upskilling) rappresentano una delle iniziative “bandiera” (flagship initiatives) del NextGenerationEU.
Per questo motivo, lo sviluppo e il rafforzamento delle digital skill rappresenta un tema ricorrente in diverse sezioni del Piano, in base ai diversi settori interessati dalle missioni. Si pensi, a titolo esemplificativo, agli investimenti in tema di capacità amministrativa previsti dalla Missione 1, che si concentrano sullo sviluppo delle competenze digitali dei dipendenti pubblici; oppure alle misure previste dalla Missione 4: Istruzione e ricerca, che includono, tra le altre cose, interventi dedicati alle competenze STEM e al rafforzamento degli ITS.
Nell’ambito della componente dedicata alla trasformazione digitale della Missione 1, viene invece individuato uno specifico investimento (1.7) espressamente dedicato al supporto delle competenze digitali dei cittadini, e in particolare delle fasce della popolazione a maggior rischio di digital divide.
L’investimento, con un costo complessivo di 195 milioni di euro, si articola in due sotto-misure.
Il Servizio Civile Digitale (misura 1.7.1)
La misura 1.7.1 dedicata al Servizio Civile Digitale (60 milioni di euro) mira a formare circa 9.700 volontari da coinvolgere in progetti progetti di alfabetizzazione digitale attivati presso 100 associazioni senza scopo di lucro e iscritte all’Albo degli enti del Servizio Civile Universale. Sono previsti tre bandi annuali, tra il 2022 e il 2024, per la raccolta dei progetti.
L’obiettivo finale è di coinvolgere almeno 1 milione di cittadini in iniziative di formazione nell’ambito di progetti di Servizio Civile digitale entro giugno 2025